“Ma chi te lo fa fare?”

Mi chiedono spesso. A volte con quello sguardo di stupore misto a compassione, come se parlassero con un matto che gli sta dicendo che nel tempo libero ama decapitare petauri dello zucchero.

“Ma chi te lo fa fare?”

Ovviamente riferito al mio andare in bicicletta. Come se l’idea di impegnarsi e sacrificarsi per fare qualcosa che ci fa stare bene fosse una cosa strana.

Svegliarsi all’alba e fare cento chilometri.

“Ma chi te lo fa fare?”

Ve lo dico io chi. Lo stesso terribile dittatore che tre anni fa mi ha fatto operare allo stomaco per permettermi di migliorarmi un po’ la vita e magari non morire di infarto a nemmeno quarant’anni. Lo stesso che mi ha fatto fare quasi quattro milioni di passi in un anno. Me stesso, ecco chi.

La bicicletta l’ho presa un paio di anni fa, a fine estate. Stavo per cominciare un nuovo lavoro un po’ fuori dal centro e volevo qualcosa di più pratico e meno costoso a livelli di tempo delle passeggiate. Avevo pensato ad uno scooter, finii su una bicicletta. E per i primi mesi fu semplicemente il mezzo di locomozione che mi portava da casa a lavoro e da lavoro a casa.

Poi niente, la mia ex mi ha lasciato e sono sprofondato nel baratro. E un giorno, sarà stato metà febbraio credo, mi son svegliato e mi son detto “proviamo a pedalare fino all’atomium”. Ed ecco i primi venti chilometri. Poi vennero i cinquanta. I settanta. I cento. Ora il mio record è centoventisei e sei. Conto di superarlo presto. E se considerate che quattro anni fa per fare la scale di casa dovevo fermami almeno due volte, è un buon risultato, no?

Ma il succo è che spaccandomi il culo sulla bicicletta non pensavo a quanto stessi male per la mia ex. O meglio, il pensiero c’era sempre, ma in quei momenti era relegato in un angolo, nel sottoscala.

Poi semplicemente è subentrata la passione. La voglia di scoprire i miei limiti e superarli. La soddisfazione. Il divertimento.
La meraviglia di scoprire posti che altrimenti non avrei mai visto. E anche e soprattutto l’aver trovato una manciata di persone meravigliose con cui poter condividere questa cosa. L’amicizia, l’affetto, i legami rafforzati. L’aver trovato qualcosa per cui sento una rinnovata voglia di vivere e migliorarmi.
Avere persone che credono in te, pure
L’essermi innamorato ancora, pure quando credevo non sarebbe più successo.

E anche aver rimesso in gioco la mia vita, stravolgendola nuovamente, andando sempre avanti.

Ecco, per queste cose e per tante altre lo faccio.

Vi basta?

Un pensiero riguardo “Cronache dalla quarantena: E6S1 – Ma chi te lo fa fare?

  1. Ci sono ancora dei brutti preconcetti nei confronti di chi va in bicicletta, nonostante sia un’attività molto bella che aiuta a farti star bene, a sfogarti e soprattutto è anche utile per la lotta all’inquinamento. L’unica cosa che dovrebbero fare e costruire più strade per i ciclisti per loro, visto quanti incidenti ci sono nel nostro paese.

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