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un’altra volta una sera alla metà di aprile alla televisione danno la notizia dell’assassinio di un compagno un fascista gli ha sparato aveva diciassette anni e subito la reazione è


spontanea immediata la mattina ci ritroviamo tutti sul treno per la città le stesse facce le stesse scarpe da tennis i giubbotti le sacche a tracolla le sciarpe i fazzoletti i guanti i berretti i vagoni sono pieni la gente è in piedi nei corridoi nessuno parla e a ogni stazione ne sale dell’altra sui muri dei paesi che attraversiamo si vedono le scritte fresche le stesse parole che si leggono nelle facce silenziose dei compagni dalle ultime stazioni della periferia sale una marea di gente che si pigia nelle piattaforme portano sacchetti di plastica con dentro i caschi e sotto i giubbotti chiavi inglesi spranghe tondini di ferro in tasca fionde biglie bulloni quando arriviamo un lungo corteo riempie la banchina e s’infila giù per le scale del metro nessuno fa il biglietto nei vagoni entrano anche le bandiere e le lunghe aste degli striscioni qualcuno accenna a una canzone ma il clima è cupo minaccioso si arriva all’università nella piazza davanti all’università c’è una marea di gente ma non solo studenti non solo giovani c’è gente di tutte le età c’è anche gente anziana ci sono operai con le tute e i fazzoletti rossi al collo il corteo è già il schierato che aspetta di partire i servizi d’ordine in testa i fazzoletti legati sotto gli occhi e i grossi bastoni a cui sono legate piccolissime bandiere rosse c’è un rumoreggiare cupo poi un urlo e parte uno slogan compagno ucciso sarai vendicato tutti insieme un boato e il corteo parte davanti al palazzo di giustizia davanti alle scalinate c’è uno schieramento di celerini in assetto di guerra con i lacrimogeni infilati in cima ai fucili e le visiere dei caschi abbassate il corteo si ferma di colpo e partono slogan contro i poliziotti la tensione sale a mille il corteo riparte e poi si ferma di nuovo in una piazza vedo un vecchietto con un fazzoletto rosso intorno al collo che viene issato sul basamento dell’obelisco che c’è in mezzo alla piazza e che si porta la tromba alle labbra e che suona il silenzio e si fa subito un silenzio pauroso si sentono solo gli acuti della tromba quando la tromba finisce c’è un urlo un urlo enorme dappertutto si alzano migliaia di braccia tutte armate di chiavi inglesi e di spranghe tutti i negozi delle strade che attraversiamo sono chiusi le saracinesche sono tutte abbassate e improvvisamente a un certo punto tutti si infilano i caschi vedo apparire cordone per cordone una distesa di caschi colorati come un mare di biglie colorate bianche rosse blu verdi nere il corteo si ferma nel viale all’altezza di una traversale c’è li davanti dopo pochi metri nella traversale c’è uno sbarramento auto jeep jeepponi cellulari della polizia e dei carabinieri che proteggono la sede dei fascisti che è pochi metri dietro lo sbarramento la testa del corteo col servizio d’ordine si ferma pochi metri davanti lo sbarramento le chiavi e le spranghe si levano minacciose poliziotti e i carabinieri serrano le file e si coprono con gli scudi parte una sassaiola che sembra non finire mai si sentono i tonfi dei sassi che finiscono contro gli scudi e i caschi dei poliziotti volano nell’aria le molotov a decine poi salgono le vampate altissime gialle rosse azzurre formano un muro altissimo di fiamme davanti a noi alcune jeep hanno preso fuoco i poliziotti rompono le file corrono tutti indietro inciampando calpestandosi nella fuga altro lancio di molotov e altre macchine prendono fuoco una nuvola di fumo nero non si vede più niente poi si sentono i botti sordi dei lacrimogeni che ci grandinano addosso a decine una pioggia di lacrimogeni che ci piovono da tutte le parti in un attimo l’aria è irrespirabile i cordoni del servizio d’ordine indietreggiano e si portano all’imbocco della traversale si fermano all’imbocco dietro nel viale il corteo si è sfaldato e improvvisamente in fondo al viale si sentono acutissime le sirene di una colonna di jeepponi le sirene si avvicinano sempre più forti sento urla dappertutto poi d’improvviso tutta la gente corre verso i lati del viale verso il marciapiede e improvvisamente nella folla che si apre appare un enorme jeep pone grigioverde lanciato velocissimo che ci sfiora anch’io sto correndo sul marciapiede arrivano altri jeepponi della colonna le sirene vicinissime spaccano i timpani partono sassi e qualche molotov contro i jeepponi che hanno i vetri protetti da grate di ferro dalla fiancata di uno si alzano fiamme sono tanti sembrano non finire mai dai marciapiedi i compagni continuano a tirare sassi e bottiglie tirano biglie e bulloni con le fionde vedo un jeeppone zigzagare in mezzo al viale e poi puntare dritto sul marciapiede la gente si butta contro i muri delle case si arrampicano sulle grate sulle saracinesche dei negozi sui cornicioni delle finestre dei primi piani i jeepponi salgono sui marciapiedi e passano rasente i muri delle case ci sfiorano io mi arrampico sulla grata di una saracinesca tutti tentano di arrampicarsi ma non c’è posto per tutti la gente si aggrappa uno all’altro i jeepponi passano sui marciapiedi rasente i muri delle case sfiorandoci uno due tre tengo il fiato e chiudo gli occhi qualcuno vicino a me urla terrorizzato io resto attaccato alla grata anche quando la colonna è passata e vedo l’ultimo jeeppone che dopo averci sfiorato ha come un sobbalzo e sterza di colpo verso il centro della strada sento molte urla tutte insieme che vengono dal punto dove il jeeppone ha sterzato urla fortissime grida vedo molti compagni che corrono verso quel punto non riesco a vedere niente c’è fumo e confusione tutti hanno gli occhi rossi che piangono per i lacrimogeni scendo dalla saracinesca e vado verso quel punto correndo insieme a altri ci scontriamo con altri che vengono in senso opposto facce disperate occhi sbarrati alcuni abbassano i fazzoletti uno si mette le mani nei capelli non riesco a vedere cosa è successo c’è un gruppo di compagni fermi a semicerchio alcuni piangono non è per i lacrimogeni alcuni singhiozzano una ragazza grida qualcosa che non capisco poi più in là vedo il corpo insanguinato per terra vedo la lunga scia di sangue scuro e più in là vedo la massa rossiccia del cervello che la ruota del jeeppone gli ha schizzato fuori dalla testa schiacciata

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