Ciao!

Come vi dicevo, nell’ultimo paio di anni tante cose sono cambiate nella mia vita. Cominciamo da questa: dopo dieci anni passati in Belgio ho deciso di ritornare nel bel paese. Con un tempismo che ha dell’eccezionale pochi mesi fa mi sono trasferito in zona Bergamo. Ho trovato un lavoro abbastanza in fretta. Convivo con la ragazza che amo. E vado a lavorare in bicicletta ogni giorno, sotto una quarantena che ha quasi il sapore di legge marziale, attraversando sedici chilometri di lande desolate. Ed ecco un altra avventura vissuta in questi strani giorni di follia.

Armi o droga

Sabato pomeriggio (ma senza Baglioni) stavo tornando a casa da lavoro, come sempre in sella alla mia bici. Per evitare un giro più lungo, per un tratto taglio per una stradina agricola che passa in mezzo ad alcuni campi e sbocca vicino ad un cimitero. Questa stradina passa anche sotto la tangenziale. Proprio mentre passavo di li, decido di fermarmi a fare qualche foto alla bici, da usare per instagram. C’era una bella luce, e quindi perchè no?

Nel mentre, dal nulla – ma davvero – spunta una volante dei carabinieri. Ero li in bici, con uno zainetto sulle spalle, e questi si sono convinti che fossi li ad aspettare qualcuno. Chi dovrei aspettare? Sto tornando a casa da lavoro, mi son fermato giusto a scattare qualche foto. Gliele ho anche mostrate, ma loro non si sono fidati. Mi hanno chiesto se per caso avessi armi o droga con me, (perchè giustamente un povero stronzo in bicicletta in mezzo al nulla dev’essere un trafficante) ed ho dovuto svuotare lo zaino per convincerli che non trasportassi nulla di illegale. Avevo il pranzo e i vestiti sporchi del lavoro.

Che poi io non fumo nemmeno le sigarette, figuratevi. Oltretutto se avessi avuto qualcosa da nascondere non me ne sarei stato fermo ad aspettare che arrivassero davanti, appena li avessi visti avrei potuto inforcare la bici e nel tempo che ci voleva per fargli girare la macchina io sarei già stato a casa.

Comunque mi hanno detto che è impossibile che io vada a lavorare in bici perchè è lontano (Son trentadue chilometri fra andare e tornare, si vedere che il loro sport è il divano). Non ho la macchina, che posso farci? Ho dovuto fargli vedere il badge aziendale, e il tragitto che faccio tutti i giorni. E ancora non si fidavano e ho dovuto fargli chiamare l’ufficio personale dell’azienda per cui lavoro, per fargli confermare che si, avevo staccato da poco e stavo effettivamente rientrando a casa.

E perchè ti sei fermato proprio qui? Sicuro che non aspettavi nessuno? Avevi un appuntamento? No, maresciallo, semplicemente tornavo da lavoro e mi son fermato a scattare qualche foto. Alla fine mi hanno lasciato andare, dopo avermi fatto firmare l’autocertificazione. Ma prima che partissi mi hanno detto “vai vai, ma occhio che ti controlliamo”.

Va bene, oh. Tanto sempre di qui passo. Senza armi o droga, comunque.

Probabilmente si aspettavano che tirassi fuori qualcosa del genere.

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