Alle medie, quando ero un discolo impenitente, avevamo un compagno di classe coi capelli rossi e l’erre moscia, era molto viscido, tipico leccaculo dei prof e supponente. Lo chiamavamo Pozzanghera perché aveva sempre le mani sudate e dovunque le mettesse lasciava l’alone di umidità.

Spesso, a turno, lo si inseguiva per pestarlo. Sempre uno vs uno, eh. Non roba da vigliacchi.

Fatto sta che una volta lo stavamo seguendo e questo correva, correva e ad un certo punto si è buttato in mezzo alla strada per attraversare. Solo che non ha guardato, e nel mentre stava sopraggiungendo Egidio, il custode del cimitero, a bordo del suo Garelli 103. Si presero in pieno.

Ho ancora nelle orecchie l’urlo di orrore e disperazione di Pozzanghera e il “porchiddiocane” di Egidio.

Poi si alzarono entrambi e Egidio mollo una cinquina in faccia a Pozzanghera che lo fece girare due volte.

Non dimenticherò MAI lo sguardo colmo d’odio che ci rivolse mentre noi eravamo li sul marciapiede a ridere il riso dei crudeli. Gengive al vento proprio.

Ci guardò malissimo e ci disse “Me la paghevete! Mi vendichevó!” allontanandosi zoppincando.
E noi ridemmo ancora di più.
A ripensarci oggi rido ancora, ed allo stesso tempo mi sentivo una persona orribile.

2 pensieri riguardo “Pozzanghera

  1. ti capisco perché anche noi , un gruppo delle medie, ogni giorno si sceglieva il più sfigato e si gettava nella mega vasca dei giardini pubblici…….questo dopo la scuola…. e si rideva da matti delle lacrime dei bagnati che a casa prendevano il resto dai genitori…..poi un giorno mi hanno preso , di sorpresa, e mi hanno gettato,letteralmente nella vasca . avevo un giubbottino nuovo di renna…. non ho pianto, ma a casa…… beh è un’altra storia…

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