“.. Che ti prende anche quando non vuoi..”
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No, dai. Scherzavo! In realtà mi approprio indebitamente dell’evergreen di Al Bano e Romina per introdurvi ad un ragionamento che mi ha tenuto sveglio (non è vero) questa notte.

Il, chiamiamolo così, fattore Nostalgia.

Io posso definirmi, purtroppo, un nostalgico terminale. Sono quello che si sente le sigle dei cartoni su Youtube e poi deve staccare perchè gli prende il magone. Allora ho elaborato una teoria. Se volete seguirmi, prego, ve la andrò ad illustrare.

Premetto. Non lo so se valga solo per me. O per quelli della mia età/generazione. Oppure per tutti indistintamente. Questo poi me lo dovrete dire voi.

Insomma, dicevo. Quel momento in cui si guarda qualcosa di contemporaneo, che ne so, un film o un telefilm, e ti si accende quel pensiero nella testa.
“Ai miei tempi era meglio”, “I cartoni di quando ero bambino erano più belli”, stesso discorso con cinema, musica, fumetti, giocattoli.

“Ai miei tempi era meglio”. Probabile, possibile. Chissà chi possiede il metro di giudizio universale per dirlo? Ad ogni potrebbe anche essere ma credo che spesso e volentieri sia piuttosto nostalgia non tanto per queste cose nello specifico, ma per ciò che noi (noi stessi) eravamo in quel periodo. L’infanzia, l’adolescenza. Il primo amore. La prima scopata. Insomma, usiamo quel disco, quel film, quel libro come una sorta di vettore emozionale. Una specie di macchina del tempo che ci porta ad un periodo in cui per una qualsiasi ragione stavamo bene.

Insomma, alla fine è sempre colpa delle emozioni.

Vabbé,
Buon weekend.

18 pensieri riguardo “Nostalgia, nostalgia canaglia.

  1. È vero, non è che le cose di allora fossero meglio. Molto di noi hanno nostalgia di quello che erano, e cercano di ricreare il contesto. Non so se sia una fortuna ma io per istinto, cerco di conoscere cose nuove. Conservo solo dentro di me la gioia del ricordo.

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    1. Ritengo che essere stati bambini/adolescenti negli anni 70/80 e per un certo verso anche negli anni 90 abbia contribuito molto a sviluppare la nostra fantasia e il modo di porci. Poi ovviamente è un discorso generalista, non tutti siamo uguali ecc ecc.

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  2. Il problema è poi non riuscire ad apprezzare quello che viviamo adesso. Per me dico. Perché quell’amore non sarà mai come quel periodo, etc etc.
    E invece sarà semplicemente diverso. Dovremmo riuscire ad accettarlo. E lo dice una che spesso non ci riesce.

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    1. In effetti il “here and now” non lo vivo con molto trasporto. Piuttosto mi sembra di vivere in costante attesa di qualcosa di meglio. Del famoso “verranno tempi migliori”. Ma in cuor mio so che gli anni migliori sono già passati, quindi mi sembra tutto inutile.

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      1. È una sensazione costante ma bisogna fare uno sforzo in più. Lo dico anche a me stessa. E mi ripeto che porca troia non è più il 1996 e no, non lo sarà più.
        Ma bisogna fare il meglio anche nel periodo più di merda. Anche perché il passato così spensierato ci ha resi quello che siamo e il futuro verrà e se sarà migliore dipende molto da noi.

        Bon j’arrête avec ce côté philosophique. 🙂

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  3. Si, la nostalgia gioca il suo ruolo, tuttavia negli ultimi 50 anni non abbiamo assistito ad evoluzioni artistico culturali degni di nota. Dagli anni ’80 in poi, si è manifestata una tendenza alla massificazione che ha coinvolto tutti i settori produttivi, ed anche quello artistico; qualche eccezione la riscontriamo, ma un peggioramente c’è stato.
    Ben venga la nostalgia, perché l’emozione che tenderebbe a soppiantarla, prima o poi, è la rassegnazione. Questo chiuderebbe la tendenza al decadimento.

    Buon fine settimana.

    Ps: sono contento della nuova veste, e della ripresa di questo blog 😉

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  4. Stiamo parlando delle Madeleine del più famoso romanzo di Proust, insomma: non è il dolcetto in sé, ma il ricordo che associamo ad esso, seppellito nella memoria e a noi tanto caro, emotivamente carico e intensamente dolce.

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